giovedì 26 gennaio 2012

LA BELLA ESTATE

È un'Italia senza tempo quella rappresentata dalla nuova campagna Dolcegabbana per l'estate 2012: ridente, assolata e pittoresca, è un’Italia da cartolina da vendere ai nuovi ricchi russi e cinesi. Gli ingredienti non cambiano, in una ricetta conservatrice e stantia: due modelle del calibro di Bianca Balti e Monica Bellucci (ah! È un attrice?), si stagliano poderose su uno scorcio di vita lenta e beata, con gli anziani del luogo dignitosi e composti e i prestanti ragazzetti provinciali con cui le ricche borghesi di città condivideranno una breve avventura estiva, da raccontare alle amiche a settembre. Non contenti dello shooting, i nostri due eroi nazional-popolari si inventano uno short movie a sostegno (o in memoria?) del cinema italiano, che vive da anni uno stato comatoso: emblematica a riguardo è la presenza di Beppe Fiorello, cavallo di razza di mamma Rai ed esponente di spicco della fiction italiana low cost che, benché perbenista e moralizzatrice, resta l'unica boccata d’ossigeno per l’industria cinematografica nostrana.
Di ben altro sapore l’ultimo film di Luca e Gustav, già registi e protagonisti del film-documentario “Improvvisamente l’inverno scorso”: questa volta i due compagni, nell'ultimo lavoro "Italy love it or leave it", affrontano un dilemma che affligge molti giovani connazionali da qualche anno a questa parte: restare qui a presidiare il nostro Bel Paese nonostante le difficoltà di ogni sorta, o fuggire all'estero in cerca di un avvenire migliore in un Paese più civile? E con leggerezza si monta su una 500, simbolo ironico di un passato glorioso, e si percorre l’Italia dall’alto in basso, alla ricerca di ciò che possa darci speranza, spesso trovando ciò che ci fa vergognare. È l’ennesimo caso di pessimismo comunista o un modo onesto e costruttivo di vedere la realtà?
Sia perdonato il paragone, è ben chiara la finalità di un cortometraggio-pubblicità, ma dai creativi ci si aspetterebbe una visione, un atto di coraggio avanguardistico, una nuova idea di italianità che non stia a battere il ferro svergolato dei soliti luoghi comuni.

Nessun commento:

Posta un commento