Fermatevi per un istante a pensare: aprite il vostro guardaroba e fate una rapida statistica degli indumenti che indossate sempre, quelli che mettete raramente e quelli (è un tormento per ognuno di noi) che salvate ad ogni cambio di stagione e che irrimediabilmente non indossate, "ma l ho pagato una cifra, potrebbe tornare di moda, bla bla bla". Da questo sondaggio emergerà che solo una piccola percentuale del vostro guardaroba ha l'onore di accarezzare la vostra pelle ogni giorno. Lo stesso discorso vale per la miriade di oggetti che accumuliamo nelle nostre case, per cui scatta la domanda: ma abbiamo davvero bisogno di tutti questi oggetti?
Il californiano Dave Bruno, un imprenditore di successo, ad un certo punto della sua esistenza si è ribellato allo stile di vita consumistico americano, ed ha raccolto la sua esperienza nel libro "The 100 things challenge", dando vita ad un vero e proprio movimento di persone che giorno per giorno condividono le proprie esperienze sul suo sito A guy named Dave.
I tre imperativi per liberarsi dalla schiavitù delle cose sono, secondo Dave, ridurre, rifiutarsi di comprare nuove cose, rivedere le proprie priorità: uno sforzo che riguarda anche la spiritualità dunque, spesso affossata dalla smania di comprare. Quindi il consumismo è messo sotto attacco, considerato il primo fattore di quella insoddisfazione che si rigenera implacabilmente acquisto dopo acquisto.
Premettendo che la conta va fatta solo sugli oggetti personali, e non dunque su complementi d'arredo ed elettrodomestici, il nuovo guru fornisce consigli dettagliati su come conteggiare gli oggetti, invitando a non prendere troppo alla lettera il numero 100, perchè quello che conta è lo spirito della sfida.
Ebbene, si tratta sicuramente di un nuovo stile di vita, che mira a liberarci dai dettami della pubblicità e della moda, che però rischia di diventare esso stesso moda. La diffusione di questa tendenza potrebbe avere benefici effetti sull'ambiente e sul benessere della gente, ma metterebbe profondamente in discussione il capitalismo economico che si basa sul consumo famelico e incontrollato.
E voi, sareste pronti a raccogliere la sfida delle cento cose? A cosa non rinuncereste? Scrivete pure nei commenti le prime dieci cose che salvereste!
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